Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/235

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gegno e nei modi, senza orgoglio di classe o di carattere, libero da preoccupazioni di studi o di gloria, assetato di azione per abbondanza di vita, fu presto adoperato. Era adatto a tutto, nulla gli ripugnava. Non si mostrò ambizioso nel profondo senso della parola, e non lo era: non parve a nessuno uomo vero di parte, si accontentava di essere usato osservando intorno a sè le cose e gli uomini. Non aveva che una passione, la politica. Letterato non era e non fu mai, come intendevasi allora; non aveva imparato il greco, passione di tutti gli eruditi del tempo, sapeva il latino come ogni persona colta, ma i forti latinisti d'allora avrebbero potuto sostenere che lo sapeva male.

In Firenze tutta piena di artisti, tra un popolo di statue e un sorgere quasi per incanto di palazzi e di chiese, era forse quegli che se ne occupava meno; in tutte le sue opere non si trova un periodo per le arti figurative, che costituivano allora la pompa e dovevano restar la più alta gloria, la vera originalità del secolo già decadente. I negozi politici attiravano tutta la sua attenzione snodandogli lo spirito; ma per sè stesso non faceva nulla. Eccellente impiegato, arguto nella conversazione e sagace nelle pratiche, era senza passioni: non si prescelse un partito, non aspirava a comando. Preparare un disegno, scoprirne un altro, calcolare le