Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/385

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A quel castello, nel quale alcuni illustri sedotti da tutte le amabilità della lode, dovevano tenere conferenze sulla vita spirituale e storica del quattrocento, capitarono non meno vilmente e ipocritamente mascherati alcuni indigeni di Massaua, una specie di regina con un paio di guerrieri. Era il Ministero, che imitando per profondi concetti politici la profondità concettosa del Comitato della Esposizione, il quale fabbricava in fondo ad un vicolo di Torino un castello alpigiano nelle proporzioni di un ninnolo per iniziare i borghesi del nostro secolo ai segreti del quattrocento, mandava in giro per le grosse città italiane tutta la dinastia e tutto il popolo della sua nuova compra massauina vestiti come i pagliacci che girano per le fiere nei carrettoni; ma dinastia e popolo non erano ancora abbastanza numerosi per riempirne uno solo.

Allora la gente non rise più, si compiacque. Si cominciò a credere che la costa comprata fosse più che una costa; nelle fantasie si accrebbe il numero degli armati speditivi dal Governo: l’antico orgoglio delle conquiste sopravissuto nella rettorica di tutti i nostri secoli, si levò nuovamente per affermare che il Ministero, malgrado le meschine apparenze da lui date all’impresa d’Africa, fosse composto di grandi uomini intorno ad una grande idea.