Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/390

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di Cartagine; che si è lasciata penetrare dai due massimi sforzi religiosi, cristianesimo e maomettanismo; difesa nel centro da monti e deserti egualmente inaccessibili, vive ancora nella più atroce preistoria. Per essa tutto quanto avvenne nella storia del mondo non è avvenuto: i nomi dei più vasti imperi, degli eroi più sublimi, tutte le glorie di tutti i popoli, tutte le creazioni di tutti i pensieri è come se non siano state. La sua vita è ancora nel suo sole che brucia il sangue e dissecca nell'anima tutti i sentimenti; il suo popolo vive nudo come i suoi deserti e con una coscienza arida del pari. Nascere, uccidere, morire, ecco tutta la sua vita. Cielo e terra non hanno poesia di misteri per lei: Dio è il sole, la terra eterna, che divora quanto produce, la sua religione. La forza è il diritto, il fatto la sola verità. Quanti miliardi di vittime in quante migliaia di anni ha consumato la preistoria africana, che immobile nelle proprie idee rudimentarie si ripete colla disperata monotonia di un vagito e di un rantolo, di un bambino che nasce e di un uomo che è ucciso?

Finchè la storia ignorava la preistoria, questa poteva durare fra le bellezze della natura e l'incendio del sole come uno dei tanti alberi mostruosi del suo clima o delle troppe fiere della sua fauna; ma quando la storia dilatandosi irresistibilmente