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XIII. [Ex Imo]
Sono passati quattordici mesi dalla caduta.
Mi sono alzato, ho zoppicato, sono stato due volte nell'estate ad Abano. È un paese squallido: gli stabilimenti immensi e deserti aspettavano invano i soliti forestieri, che la paura del cholera scorrazzante per la provincia ha dispersi. Vi ho fatto novanta fanghi in quarantacinque giorni, conquistando l'ammirazione di tutti gl'inservienti, che non ricordavano d'alcun altro tale follia.
E come tutte le follie è stata inutile.
Ora sono di nuovo a letto per un mese, ma il mio amico Loreta, l'illustre clinico bolognese, mi ha giurato sul suo onore di gentiluomo che fra non molto guarirò perfettamente.
E sia.
Intanto i vescicatorii applicati sul ginocchio mi costringono da quindici giorni alla più dolorosa immobilità.