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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/137

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romanticismo politico, non avreste anche questo romanticismo borghese! Consultatevi con questi signori; se saranno del vostro avviso, vi consentirò.

Quella scena acquistò a Loris grande autorità, ma gli diminuì le simpatie.

L’ascendente del suo carattere e della sua posizione, relativamente agiata, gli avevano conquistato una vera superiorità. Egli non parlava mai come gli altri del come si sarebbe poi guadagnata la vita, e mentre tutti farneticavano sempre dell’ultimo volume letto, Loris affettava il più grande disprezzo pei libri. Il suo scetticismo sembrava ridere di tutte le forme passionate della rivoluzione; ogni precursore era per lui un sognatore, e ogni scrittore un parolaio, perchè la rivoluzione bisognava farla colla guerra, e la guerra colle battaglie. Ma, caso strano, egli non pareva loro un prudente, che parlasse così per evitare i pericoli delle congiure. Quando trasportati dall’impeto della giovinezza essi dimenticavano gli ideali rivoluzionari per smarrirsi in facili amori, egli rimaneva svogliatamente cinico e superbo.

Qualcuno propose fra loro una società segreta, questo fascino irresistibile per tutte le giovani immaginazioni, ma Loris s’oppose. Allora sarebbe valso meglio il dispotismo del Comitato Esecutivo, che disponeva almeno di qualche mezzo; però secondo lui il Comitato Esecutivo non si sarebbe più mosso per lungo tempo. Gli altri