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farne una vittima. In tale lotta per salvarlo il principe Vladimiro scese a contatti coi veri rivoluzionari, rimanendo vivamente impressionato della loro grandezza morale. Essi invece lo circuirono, lusingando i suoi più nobili istinti. Presto corsero aiuti in danaro e di ogni altra maniera. Il principe comprò una casipola a Pietroburgo per tenervi nascosto il cugino, affittandola ad altri nichilisti; quando tutti furono arrestati, la Terza Sezione sospettò di lui, ma il principe era ancora troppo ben visto a corte per poter essere travolto in simile processo.
Poi il principe, costretto dal proprio disprezzo pel governo e dall’impossibilità di impiegare in modo migliore la propria attività ad entrare nel partito, divenne pei rivoluzionari uno dei più sicuri ukrivateli, nasconditori. Molti trovarono rifugio nelle sue terre lontane; la sua posizione a corte e la sua conoscenza nell’amministrazione lo posero in grado di fornire notizie e passaporti, sventando spesso i disegni della Terza Sezione. Laonde a questa caccia dovette presto farsi cacciatore per non diventare selvaggina.
Allora tutte le forti qualità del suo carattere apparvero improvvisamente. Il suo grado sociale lo rendeva già capitano fra quei rivoluzionari, usciti quasi tutti dalle file della plebe e, malgrado ogni negazione sistematica, ancora sensibili alle vanità della gerarchia. Poi il suo ingegno e il suo coraggio gli conquistarono un’alta autorità.