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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/222

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buendole una qualunque complicità nelle due scudisciate, era innocente. Gli parve di vacillare nella rivelazione di una mostruosità, che quel perdono rendeva anche più inintelligibile.

Ella seguitò a bassa voce, col volto intenerito e sofferente:

— L’ho capito solamente molto dopo: voi avevate creduto che io ridessi, sapendo tutto anche prima. Il principe se ne pentì amaramente, benchè non indovinasse il resto.

La sua voce tremò.

— Tatiana! esclamò Loris.

Ella aveva inconsciamente posata una mano bianca e sottile sulle coperte.

— Foste ben crudele.... mormorò, scoppiando in un singhiozzo.

Era rimasta a testa bassa, in un atteggiamento puro, inconsapevole della propria posizione in quel momento. Loris invece si sentiva tremare sotto la superiorità di quella donna, che gli parlava così semplicemente.

Il suo corpo si agitò sotto le coperte, ma Tatiana quasi scossa da quel brivido risollevò il capo.

— Ho voluto parlarvene per non rimanere dei torti verso di voi. Quando vi ho visto la prima volta nel salone, sono svenuta; l’impressione era troppo forte. Da un pezzo lo desideravo, perchè avevo bisogno di essere almeno creduta innocente. Quello, che ho sofferto, adesso lo posso sopportare.