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prime non ne rinvenne: guardava Loris con curiosità non scevra di apprensione. Lo credette impazzito.

— Loris...

Ma questi, avendo finalmente ritrovato tutto il proprio coraggio, si raddrizzò:

— Sono venuto a chiedervi la mano di Tatiana. Non ignoro nè la mia, nè la sua posizione, ella mi ama.

— Tu menti, miserabile! gridò il principe con voce strozzata. Tu, ridicolo figlio di pope, che ho raccolto per carità come un cucciolo, cui fosse morta la cagna...

Loris tentò di rispondere, ma il principe non glie ne lasciò il tempo.

— Ah! ti ama, vigliacco bugiardo! Tatiana, mia nipote, ama un pari tuo... almeno avessi cominciato col dire che l’amavi tu. Tatiana?

— Perchè no? ribattè Loris livido di umiliazione.

— Perchè, perchè? Vaska, si rivolse con un gran gesto al cocchiere; tu Andrea... Ah! Perchè? e respingendo la sedia, che cadde, uscì dallo scrittoio. Si avvicinò a Loris coi pugni chiusi, poi, voltandosi, prese Vaska per una spalla e lo cacciò contro di lui.

— Gettami in terra quel miserabile; in terra, figlio di pope! Tu sposare Tatiana? così, eccoti: è la tua posizione, quella dei pari tuoi. Tienilo dunque anche tu, vecchio Andrea...