Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/152

Da Wikisource.

137

tata sembrava in preda ad un grande pensiero improvviso; l’altro l’osservava acutamente per indovinarlo, deciso a non proseguire prima che Loris parlasse. La terribilità di quella conversazione li aveva a poco a poco agghiacciati; fors’anco presentendola più difficile sul principio, si sentivano egualmente travolti verso la fine.

Loris sollevò la fronte.

— Mi affermate sulla vostra parola, che nessuno del Comitato sa quanto veniste a propormi?

— Sulla mia parola.

— Quindi supporranno che io abbia dimesso ogni pensiero d’azione; i letterati infatti sono così.

Il principe annuì con un gesto.

— Se si trattasse di uccidere solamente lo Czar nulla di più facile.

L’altro si scosse, ma Loris replicò:

— Non avreste potuto farlo voi stesso, che andate a corte? Un uomo non è mai che un uomo contro un uomo: ma non si tratta di questo, occorre di più. Bisogna far saltare tutto un teatro in una serata di gala. Czar, corte e aristocrazia.

— Impossibile! ricordatevi il tentativo al Palazzo d’inverno.

— Chi vi ha detto che occorra un tunnel? Trenta chilogrammi di melinite bastano a sprofondare un teatro senza che nessuno si salvi. Lo Czar deve perire a Mosca, nella città sacra dello Czarismo. L’impresa può essere estremamente pericolosa, ma