Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/217

Da Wikisource.
202

— Vi è piaciuto il teatro?

Ma la conversazione non potè legarsi. Olga rispondeva a monosillabi, intirizzita dal freddo, sentendosi lontana da lui come prima di entrare in teatro, nella solitudine del loro appartamento. Loris tornò ad aprire la finestra.

— Non nevicherà per qualche giorno. Guardate, quando il cielo è di questo colore, la neve è ancora lontana. Ho imparato questo, nella mia vita di pellegrino, da uno Strannik.

Per vincere il freddo dei piedi, Loris si pose a passeggiare per la sala; la sua ombra spariva e ricompariva, passando dinanzi alla finestra. Non aveva più fretta; nullameno bisognava finire. Toccò ad Olga, come donna, mandare giù per la doccia il filo, senza che s’ingarbugliasse, e ritirarnelo per saggiare come scorresse, prima di stenderlo sotto i ramponcini del tappeto. Il filo sufficientemente elastico non presentava difficoltà, così che Loris si convinse di poterlo al momento opportuno allungare sotto la neve, abbastanza rapidamente, da non destare sospetti. Quindi Olga dovette sdraiarsi sul tappeto, mentre Loris le teneva sopra le pelliccie per nascondere il lume della lanterna alle altre finestre; la difficoltà di traversare il corridoio davanti al palco fu lievissima. Olga non ebbe che da addoppiare il filo, attorcigliandolo perchè stesse più stecchito, e una volta nel palco girare il muro e riattaccarlo al capo, che scendeva nell’angolo, dietro il