Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/59

Da Wikisource.
44


L’altro ubbidì, quasi con troppa fretta, senza che Kriloff s’opponesse.

— Ora scendiamo dal dwornik per spiegargli come io non abbia potuto dirigere nessun pezzo della vostra opera su Boris Godunof.

La spiegazione fu delle più facili.

Nella strada, al lume di un fanale, scorsero una figura d’uomo ferma nello sforzo di accendere indarno più d’un fiammifero per bruciare la punta dello sigaro.

— È Ogareff, mormorò Loris.

Poi, quando gli furono vicini:

— Ci aspettavate, conte?

L’altro, che non s’aspettava di essere chiamato con questo titolo, sorrise.

— Volevo pregarvi di venire a pranzo da me.

— Sarà meglio che accettiate voi il mio invito: ci faremo vedere in un camerino del Caffè Inglese. La prudenza è adesso di rigore.



II.

Due giorni dopo il conte Ogareff era nel proprio salotto bianco, quando un servo venne ad annunziargli la visita di Olga Petrovna.

Quantunque non fosse che d’autunno, il freddo nelle vie era molto intenso: aveva nevicato largamente nella notte, e un’aria fumida e greve