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Quando Olga se ne andò, gli disse:
— Mi racconterai poi che cosa ti ha detto Loris.
— Gli dirò che sei innamorata di lui.
— Per carità! gridò congiungendo le mani vivamente, con atto così femminile che l’altro ebbe un lampo di vera meraviglia negli occhi, e riassicurandola con un sorriso pieno di bontà le gettò un ultimo bacio per saluto.
Ma rimase pensieroso.
Le poche parole di Olga su Loris gli avevano richiamato alla mente il problema di questo sconosciuto, che presentatosi in mezzo a loro con Kriloff aveva subito assunto una specie di comando. Nè Kriloff nè Slotkin avevano saputo dire gran cosa sul conto suo: lo avevano conosciuto studente cinque anni prima alla università di Kazan, senza famiglia, non ricco, potente di pensiero e di coraggio; quindi era scomparso. Più tardi aveva scritto loro dall’estero; altri nichilisti lo avevano conosciuto in Francia giudicandolo con criteri opposti, ma riconoscendogli una indiscutibile superiorità. Nessuno lo aveva mai sospettato spia del governo, sebbene mostrandosi rivoluzionario non avesse mai voluto appartenere ad alcun gruppo.
Ora pareva ricco. Perchè era tornato?
Ogareff attratto verso di lui da una simpatia, nella quale resisteva segretamente un orgoglio di rivalità, aveva già accettato un invito al Caffè Inglese, e nella sera doveva ritornarvi a pranzo