Pagina:Oriani - Oro incenso mirra, Bologna, Cappelli, 1943.djvu/131

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MIRRA



                              Fior di sambuco,
               Io filo intorno a te come fa il baco
               Per chiudermi e morir dentro il tuo buco.

vociò Mengo, il carrettiere toscano, picchiando il pugno sulla tavola e sfidando collo sguardo lucido Rocco, il suo avversario romagnolo; ma questi, più vecchio, lungo e scarno, coi pomelli già rossi dalla sbornia, si alzò per rimbeccare.

Lo stornello toscano era sembrato a tutti molto piccante.

— Eh! non vincerai — lo apostrofò Tugnazza, un gran tocco di contadino bugiardo, che si vantava sempre di aver servito come soldato nella cavallerizza della regina a Moncalieri, quando essa non era ancora che una piccola principessa del sangue.

— Non vincerai questa volta: bravo Mengo!

Questi aveva già ripreso il bicchiere colmo di sangiovese, e lo alzava al disopra della testa in segno di vittoria, allora il vecchio Rocco adattandosi con una scrollatina il pesante gabbano biancastro, dal bavero di volpe, che non deponeva mai per quanto facesse caldo nell’osteria, si girò tre dita nel collo per allentare il nodo della larga sciarpa rossa in lana, e cantò con voce squarrata: