Pagina:Oriani - Oro incenso mirra, Bologna, Cappelli, 1943.djvu/52

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III.

A questo modo Lelio Fornari era diventato l’amante della principessa Irma Montalto, però la loro relazione rimase per abbastanza tempo secreta malgrado le molte dicerie dei primi incontri. Quella violenza istantanea aveva sconfitto tutte le civetterie della donna e della dama, come accade quasi sempre quando il maschio rompendo il fragile inviluppo della educazione sociale riappare nella irresistibile sincerità della natura.

Ma allora le parti s’invertirono, Lelio diventò freddo, ella si fece più amorosa; pareva che finalmente avesse trovato l’uomo della propria vita, questo ideale secreto di tutte le donne, che spiega forse la maggior parte dei loro inintelligibili capricci. Egli invece le serbava rancore dell’aver voluto tenerlo a bada sino quasi a renderlo ridicolo nella folla degli altri adoratori. In fondo quella di Lelio non era stata che una passione di vanità vivificata dal succo della giovinezza.

Egli era ritornato col principe dinanzi al loro calesse.

Al momento di scambiare i saluti ella poté sussurrargli:

— Venite stasera.

Lelio la guardò fisso.

— Vieni… Contessa, stasera verrete tutti da me: finiremo così la giornata insieme.

Nel vano di una finestra sotto una tenda bianca raddoppiata da un cortinaggio di seta, ella fingendo di affacciarsi alla strada osò di buttargli le braccia al collo.

— Mi ami?

— E tu?