Pagina:Oriani - Oro incenso mirra, Bologna, Cappelli, 1943.djvu/77

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i delirii della carne nella più torrida arsura della passione, quando si abbracciavano così strettamente che avrebbero potuto credere per un istante di non lasciarsi più.

Poi tutto finiva un istante dopo per ricominciare ancora in una alternativa di luci e di ombre, mentre un gran vuoto gli si allargava in cuore e il cervello spossato gli si intorpidiva sotto una nebbia pesante.

Perchè durava ancora quella meschina novella, buona tutto al più per raccontarsi in poche pagine? Intanto egli era ancora lì ad attendere fanciullescamente la principessa trionfante nell’abito nuovo, che le avrebbe attirato gli omaggi di nuove passioni.

Se ella invece lo avesse amato, quale deliziosa circostanza quella assenza del marito, e come si sarebbero sentiti entrambi felici di rinunziare alla festa per trascorrere insieme la sera, fors’anche la notte, arrischiando per questa beatitudine di poche ore magari tutta la vita!

Ella intenta ad abbigliarsi non pensava invece più a lui in tal momento, perchè appena incomincia per una signora la toeletta da ballo, questo solo diventa l’amante, e ogni altro scompare.

Lelio aveva acceso una sigaretta quantunque sapesse che la principessa non permetteva mai di fumare nel proprio gabinetto; quindi si era gettato sopra un divano.

Poi consultò l’orologio, non erano che le otto e mezzo.

Quanto impiegherebbe ella a vestirsi? Per un momento ebbe quasi voglia di andarsene. Che cosa faceva lì? Non gli sarebbe toccato di uscire peggio, solo, a piedi, mentre l’altra monterebbe nella propria carrozza, giacchè per nulla al mondo ella