Pagina:Orlandi - Dell'incendio del Monte di Somma, 1631.djvu/10

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[versione diplomatica] volte mentionato Veſuuio nella parte del mare apparue, che tanto a noi, quanto a Popoli vicini, & habitatori addintorno cagionò grandiſſimo ſpauento, queſta creſcendo di momento in momento, s’alzò, & augumētò tanto, che paſsò di gran lunga la region delle nubbi, e ſi fè veder di ſmiſurata groſſezza, ch’eccedeua ſtrauagantemente il Monte ſteſſo, e nel medemo tempo continuando i terremoti, ſi cominciarono a ſentir tuoni, appreſſo à quali fiamme, ò cnm’altri le chiamò, lingue, ò ſaette di fuoco dentro l’iſteſse nubbi ſi faceuano ſentire, e vedere tanto ſpeſſi gli vni, e gli altri, gli altri, e gli vni, che da douero con la morte auanti gli occhi ciaſcheduno cominciò a penſare à caſi ſuoi; e chi al ſcampo, e chi atterriti, e confuſi, non ſapeua che reſolutione, ò temperamento pigliare. Staua nella Torre del Greco impedito dalle ſolite indiſpoſitioni l’Eminentiſſimo Signor Cardinale D. Franceſco Buoncompagni noſtro digniſſimo Paſtore Arciueſcouo, che come ſaggio cnnoſcendo il periglio, ma via più zeloſo della ſua amata gregge, ſenza aſpettar le ſue comodità per terra, da picciola barchetta ſi fe codurre in Napoli, per dar quelli ordini, che la neceſſità richiedeua per ſalute delle anime noſtre onde hauēdo mādato à raguagliare l’Eccellētiſs. S. D. Emanuel Zunica, e Fōſeca, Vicerè, che informato nell’iſteſſo tēpo del ſtrano caſo, attēdeua con la ſolita vigilanza ad appreſtar gli aiuti per ſeruigio del publico, e dato parte à tutti capi delle Religioni, Monaſteri delle Monache, e Clero ſecolare, e Regolare, per la prima in vn batter d’occhio ſè eſporre per tutte le Chieſe il Santiſs. Sacramento dell’Euchareſtia, corpi, e reliquie de Santi, e nell’Arciueſcouato, di più la teſta, e ſangue del glorioſiſsimo S. Gennaro, che fu ritrouato liquefatto, ſegno di graue, et imminente periglio. I Tribunali frà tanto furono diſmeſſi, per tutto il ſequente Venerdì; gli Officiali de’ quali all’orationi nella cathedral Chieſa ſi conferirono. Creſceua la puzza, il fuoco, il fumo, gli terremoti, i tuoni, ma creſceua di momento in momento nella Città, il pianto, le voci, il grido, il gemito, e ſoſpiri verſo S. D. M. onde appreſtandosi la vigeſima hora del giorno, vſcì la Proceſſione generale con maggior prontezza (siami lecito dir così) di quella, che ſuole nel giorno feſtiuo al Santiſſimo Sacramento con tutti i Confaloni, e Religiosi, popolo minuto, e nobile, Cauallieri, e Signori, e Vicerè Eccellentiſſimo, benche indiſpoſto, proponendo il ſeruigio di Dio, e del publico à qualunque commodità; con la Città in forma di Città, Officiali ſupremi, di tutti i Tribunali, e Baronaggio, nella qual attione niuna coſa mancò, ò ſi poſſe deſiderare. Accompagnauano tutti piangendo, inuoeādo ad alta voce la celeſte ruggiada della diuina miſericordia, la teſta, e ſangue del primo Protettore (doppò la Vergine Santiſs. Maria) Gennaro Santo, nella qual occasione ſi fe pompa di coltre d’ogni ſorte in breue tempo per le feneſtre; dalle quali, et dalle piazze di paſſo in paſſo si gridaua ſuiſceratamente miſericordia, che con le percoſſe ne’ petti, nuoui tuoni si faceuano ſentire; si giunſe frà tanto nella Chieſa di N. Signora del Carmine, doue ſtaua ſcouerto il Santiſs. Crocifiſſo miracoloſo, e noto per tutto, quel che ſuccede


[versione critica] volte mentionato Vesuvio nella parte del mare apparve, che tanto a noi, quanto a Popoli vicini, et habitatori addintorno cagionò grandissimo spavento, questa crescendo di momento in momento, s’alzò, et augumentò tanto, che passò di gran lunga la region delle nubbi, e si fè veder di smisurata grossezza, ch’eccedeva stravagantemente il Monte stesso, e nel medemo tempo continuando i terremoti, si cominciarono a sentir tuoni, appresso à quali fiamme, ò cnm’altri le chiamò, lingue, ò saette di fuoco dentro l’istesse nubbi si facevano sentire, e vedere tanto spessi gli uni, e gli altri, gli altri, e gli uni, che da dovero con la morte avanti gli occhi ciascheduno cominciò a pensare à casi suoi; e chi al scampo, e chi atterriti, e confusi, non sapeva che resolutione, ò temperamento pigliare. Stava nella Torre del Greco impedito dalle solite indispositioni l’Eminentissimo Signor Cardinale D. Francesco Buoncompagni nostro dignissimo Pastore Arcivescovo, che come saggio cnnoscendo il periglio, ma via più zeloso della sua amata gregge, senza aspettar le sue comodità per terra, da picciola barchetta si fe codurre in Napoli, per dar quelli ordini, che la necessità richiedeva per salute delle anime nostre onde havendo mandato à raguagliare l’Eccellentiss. S. D. Emanuel Zunica, e Fonseca, Vicerè, che informato nell’istesso tempo del strano caso, attendeva con la solita vigilanza ad apprestar gli aiuti per servigio del publico, e dato parte à tutti capi delle Religioni, Monasteri delle Monache, e Clero secolare, e Regolare, per la prima in un batter d’occhio ſè esporre per tutte le Chiese il Santiss. Sacramento dell’Eucharestia, corpi, e reliquie de Santi, e nell’Arcivescovato, di più la testa, e sangue del gloriosissimo S. Gennaro, che fu ritrovato liquefatto, segno di grave, et imminente periglio. I Tribunali frà tanto furono dismessi, per tutto il sequente Venerdì; gli Officiali de’ quali all’orationi nella cathedral Chiesa si conferirono. Cresceva la puzza, il fuoco, il fumo, gli terremoti, i tuoni, ma cresceva di momento in momento nella Città, il pianto, le voci, il grido, il gemito, e sospiri verso S. D. M. onde apprestandosi la vigesima hora del giorno, uscì la Processione generale con maggior prontezza (siami lecito dir così) di quella, che suole nel giorno festivo al Santissimo Sacramento con tutti i Confaloni, e Religiosi, popolo minuto, e nobile, Cavallieri, e Signori, e Vicerè Eccellentissimo, benche indisposto, proponendo il servigio di Dio, e del publico à qualunque commodità; con la Città in forma di Città, Officiali supremi, di tutti i Tribunali, e Baronaggio, nella qual attione niuna cosa mancò, ò si posse desiderare. Accompagnavano tutti piangendo, inuoeando ad alta voce la celeste ruggiada della divina misericordia, la testa, e sangue del primo Protettore (doppò la Vergine Santiss. Maria) Gennaro Santo, nella qual occasione si fe pompa di coltre d’ogni sorte in breve tempo per le fenestre; dalle quali, et dalle piazze di passo in passo si gridava svisceratamente misericordia, che con le percosse ne’ petti, nuovi tuoni si facevano sentire; si giunse frà tanto nella Chieſa di N. Signora del Carmine, dove ſtava scoverto il Santiss. Crocifisso miracoloso, e noto per tutto, quel che succede


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