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scritti d’indole filologica, ancora inediti, scrisse un interessante poema eroicomico ad imitazione della «Secchia rapita» del Tassoni, intitolata «Tiganiada» (La Zingareide), e, nella Romania propriamente detta, Ienăchită Văcărescu (1730-1799) autore di brevi poesiole in cui — come in quelle di Costache Conachi (1777-1849) e Costache Stamati (1777-1868) — si sente l’influsso della poesia neo-anacreontica del poeta neo-ellenico Athanasie Christopoulos (1), de’ suoi figli Alecu e Niculae e del nipote Iancu Văcărescu, imitatore e traduttore («La Partenza») di canzonette metastasiane, che, insieme con Alecu Beldiman (17601826), traduttore della «Clemenza di Tito» del Metastasio, subirono un po’ tutti gl’influssi (latinista, italianista, neo-ellenico e francese) e non possono perciò collocarsi che in un gruppo a parte, che potrebbe denominarsi «di transizione».

Ci converrà ora rifarci un poco indietro, per cogliere alle origini i primi segni (2) di quell’influsso francese che doveva assumere col tempo tali proporzioni da provocar le proteste del Iorga nei primi anni della sua attività politica e recentemente, nelle colonne della rivista «Vremea» (Il Tempo) un «referendum» sul quesito: «Dobbiamo proprio rassegnarci a non esser altro che una colonia della cultura francese?» I primi germi di questa cultura furon portati sì in Moldavia che in Muntenia (Valacchia) dai principi fanarioti (Greci della contrada aristocratica di Costantinopoli detta del Fănàr) mandati dalla Sublime Porta a governare i due principati vassalli di Moldavia e Muntenia. Costoro chiamarono alla loro corte segretarii e precettori francesi così come i principi autoctoni avevan chiamato segretarii e precettori italiani. Ciò contribuì molto alla diffusione della lingua e quindi della cultura francese. Ma ci furon altre cause concomitanti, quali per esempio l’occupazione russa della Moldavia, che mise il mondo elegante moldavo a contatto degli ufficiali russi

  1. Cfr. Adriana Camariano: Influența poeziei lirice neo-grecești asupră celei românești. (București, 1935).
  2. Oltre il notissimo volume di N. I. Apostolescu: L’influence des romantiques français sur la poesie roumaine. (Paris, Champion, 1909) e le aggiunte di Ramiro Ortiz: L’influsso dei romantici francesi sulla poesia romena e Un’imitazione romena dal Gessner e dal Vigny, ambedue in «Varia Romanica». Firenze, «La Nuova Italia», 1932, pp. 381 segg. e 402 segg.), vedi ora il recentissimo saggio di B. Munteano, L’influence française en Roumanie.