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slitta, sempre più smorzati, più spenti: il richiamo moribondo di un ricordo.

Giovanni Sârbu guardò ancora una volta i fiori. Poi li buttò nella neve, calpestandoli pesantemente col piede.

(Cesar Petrescu, La neve. Trad. di Gioachino Miloia).


Ionel Teodoreanu, nato a Iași (Moldavia) il 1898, col suo gran romanzo in tre volumi «A Medeleni» ha ottenuto alcuni anni fa il più gran successo librario che conosca la letteratura romena. Ricco di vizii e di virtù, questo romanzo, scritto in uno stile troppo lirico e immaginifico, in cui la poesia della vita romena di campagna in un «conac» di famiglia nobile e ricca, ma indolente e leggiera, riesce ad illuminar della sua luce purificatrice persin pagine di esasperato sensualismo adolescente, che si vorrebbero in una edizione definitiva veder soppresse dai tre volumi; rivela senza dubbio un artista, che, quando si sarà definitivamente liberato (il che non mostra d’aver fatto nei recenti romanzi «La torre di Milena» e «La ragazza di Zlataust») del dolce fardello della sua fanciullezza e adolescenza; potrebbe aspirare a uno dei primissimi posti tra i romanzieri romeni contemporanei (1).


Da «A Medeleni» di Ionel Teodoreanu.


LA BAMBOLA DI MONICA.


Dalle voluttà prolungate sorge la malinconia come un angelo custode malato di mal di mare. Questa volta era sorta dalla panna delle meringhe — per Olguzza — e da quella del «cataif» per Danuz. All’infuori del signor Deleanu, tutti eran gravi e taciturni attorno alla tavola. Monica aveva assaggiato appena il «cataif», la signora Deleanu non l’aveva neppur toccato. E neppur Profira. Però gli occhi suoi, quando s’incontravan col candore della panna che si spandeva fuori delle fette abbrustolite dal «cataif», divenivano umani come quelli dei cani affamati.

— Mamma, posso alzarmi? — domandò Danuz evitando di guardare il «cataif» e Olguzza.

— Sì, alzatevi tutti. Mettetevi i paltoncini e andate a passeggiare un poco all’aria aperta.

  1. Opere: La stradina della fanciullezza. Bucarest, «Cultura Națională». 1923. — A Medeleni. Bucarest, «Cartea Românească», 1926. — La torre di Milena. Bucarest, «Cartea Românească», 1928. — Ballo in maschera. Bucarest., ibid., 1929. — La ragazza di Zlatăust. Bucarest, ibid., 1930. — Golia. Bucarest, ibid., 1932. — Natale a Silivestri. Bucarest, ibid., 1933.