Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/177

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dattabile, ma dotato di fortissima volontà e fiducia in se stesso, il loro protagonista riesce ad imporre la sua personalità e costruirsi, pur navigando contro corrente e non cedendo mai alle convenzioni sociali, un suo focolare e una sua felicità domestica, la sola cui sembri aspirare e che reputi degna degli sforzi di un uomo. Le pagine in cui appena uscito di prigione e senza un soldo in tasca, torna alla casa patema, e, tra lo scetticismo universale, comincia a dar disposizioni per i restauri dell’edificio caduto quasi in rovina, dichiara che d’ora innanzi amministrerà lui la tenuta oberata di debiti e progetta persino l’acquisto di una vigna, poi si butta a lavorare e riesce a mantenere quanto ha promesso; si leggono colla soddisfazione con cui si leggono tutte le vittorie dello spirito contro la realtà nemica.


Dal volume: «Io o mio fratello» Mircea Damian.


LE CONSEGUENZE DI UNA BUONA IDEA.

State a sentire.

Non avevo a quell’epoca alcuna occupazione. D’altronde non ne ho mai avuta. Nè arte, nè parte. Perciò ero libero come gli uccelli del cielo. E come gli uccelli vivevo. Non potete farvi un’idea di quanto sia bello non aver nè padroni nè servi. È vero che qualche volta la miseria mi schiacciava. Ma che vuol dire? Non ha detto Plutarco (se debbo dir la verità non posso giurar che l’abbia detto lui o un altro; ma il suo nome è stato il primo a venirmi in mente) che è bene abituar lo stomaco alla fame e l’animo al dolore?...

Dunque ero libero. La mattina m’ero svegliato con un’idea geniale, una di quelle idee che sfavillano assai di rado in una mente umana... E a mezzogiorno (sapete? quando le autorità ricevono in udienza) mi presentai colla mia idea nell’anticamera del podestà.

L’usciere mi domandò con cortesia:

— Il signore?

— Voglio parlare col signor Podestà.

— Il vostro nome?

— Tal dei Tali.

— Tal dei Tali?

— Sì, Tal dei Tali!

— Occupazione?

— Questa è bella! Non vi pare d’essere indiscreto? Che v’importa a voi della mia occupazione? E perchè poi ognuno dovrebbe avere un’occupazione?

— Scusate ma questo è l’uso. Il signor Podestà...

— Ebbene dite al signor Podestà che la mia occupazione è quella di vagabondo!

Avete capito? Di vagabondo!