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IV.

Hai venduto il gallo
e ti sei comprato il rossetto;
meglio avresti fatto
a comprarti le scarpe,
che, invece di abbellirti,
ti sei fatta ridicola.

(Dalla rivista «Izvorașul». 1933-34. Trad. di Ramiro Ortiz).


SNOAVA

La confessione dello zingaro.


Lo zingaro andò, un giorno di quaresima, a confessarsi come ogni buon cristiano. Il prete si mise la stola, gli lesse i salmi penitenziali e la preghiera della confessione e poi cominciò a domandargli quali peccati avesse sulla coscienza:

Coraggio, figlio, non avresti per caso rubato qualcosa a qualcuno?

No, padre caro, non ho rubato nulla a nessuno. Come potete ritenermi capace di un simile peccataccio?

Hai forse parlato male del prossimo?

No, reverendo padre, non ho mai sparlato di nessuno.

Hai giurato qualche volta il falso?

Mai.

Hai mangiato carne in giorno di digiuno?

No, mai; e neppure i miei figliuoli. Solo il babbo una volta ne ha mangiato.

Bestemmiare, hai bestemmiato mai?

No, credetemi, no!

Allora, figlio mio — disse il prete — sono proprio contento, tu sei un vero santo!

Sì, padre, un santo!

Allora — disse il prete — facciamo a te quello che si fa ai santi!

Ed il prete s’affacciò alla porta della chiesa e chiamò il sagrestano:

Nicola, Nicola!

Eccomi, padre!

Porta subito dei chiodi e un martello ed inchiodiamo questo zingaro tra le sacre icone!

Quando lo zingaro udì che lo si voleva inchiodare, cominciò a strillare:

Pietà, pietà, reverendo padre, che non son santo un corno, e non ho finito di confessarmi! Testimoni mi sieno le oche del ”boiaro”, che un giorno se ne son venute con me fino a casa e non han voluto più tornare dal loro padrone per quanto io le scacciassi!

(Dalla rivista «Izvorașul», 1933-1934. Trad. di Ramiro Ortiz).