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Principe Azzurro:

Me lo chiedevano, ed io da parte mia, di lei
sempre chiedevo, ma su novantanove uno soltanto lo sapeva.

L’Imperatore:

E... la trovasti?

Principe Azzurro:

Neppur per sogno!

L’Imperatore:

E neppure il Drago?

Principe Azzurro:

Lui naturalmente...

L’Imperatore:

Ahimè! L’avventura finisce...

Principe Azzurro:

Al contrario! Ora viene il bello.

L’Imperatore:

E allora avanti! «Infilatevi, perline!», come dicono i vecchi!

Principe Azzurro:

Come lo vedo, m’ergo sulle staffe, gli assesto un colpo, ma anche il drago è forte, gitta fuoco dalle nari, è terribile, artigli ha lunghi e arrotati, che, se te li conficca nella carne, sei spacciato: giungon fino all’osso...

L’Imperatore:

Brrr! Mi fai paura!... Entriamo in casa... sento d’aver preso freddo Racconterai poi l’avventura all’Imperatrice (s’alza, ed entra nel palazzo).

Principe Azzurro (tenendogli dietro):

Come lo vedo, comincio ad avvicinarlo. Gli grido:
— «Sta’ fermo! Ridammi Ileana... Il drago borbotta parole confuse. Combattiamo... Lo vinco... Mi sfugge...

(La figlia minore dell’Imperatore, che ha ascoltato tutto non vista, esce dal nascondiglio e gitta la mela d’oro a Principe-Azzurro. Questi si volta, guarda con indifferenza la mela che si rotola sulla scalinata, poi volge lo sguardo a Sorina; si stringe nelle spalle ed entra nel palazzo. Bianco-Imperatore non ha visto nulla).

Sorina:

La prima volta a te gittai la mela d’oro,
la mela d’oro ch’è il frutto dei primi sogni d’amore...
Chi d’ora innanzi veglierà al capezzale della vergine?
— «E così come rifiutasti tutti coloro che vennero a chiedermi la tua [mano,