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Scrittore raffinatissimo, cerebralmente sensuale, è uno dei rappresentanti più caratteristici della corrente «modernista».

Per presentar l’Aderca ai nostri lettori abbiamo scelto un brano, in cui, sia pure eccezionalmente, sorprendiamo nella sua prosa un senso di umanità e quasi tenerezza, che, malgrado quell’attitudine «superiore» che gli è abituale e che il Lovinescu gli rimprovera, mi sembra essere alla base dell’arte di questo scrittore, le cui pose scettiche di fredda ironia potrebbero ben rappresentare non altro che un certo «pudore sentimentale», nota caratteristica di molti scrittori contemporanei (1).

Dal volume «La donna dalla carne bianca» di F. Aderca.


IL DONO DELLA VEDOVA.


Un’onda d’aria gelata che gli passò su tutto il corpo, lo staccò definitivamente da quella notte appiccaticcia (2).

La vedova, sempre piccola, sempre grassoccia e bianca, co’ suoi capelli neri sempre così lucidi e freschi, gli venne incontro nel corridoio con un boccale di latte appena munto. Il sorriso era il medesimo, infitto nella carne agli angoli della bocca; ma i fiori neri degli occhi non eran più alla superficie: un po’ appassiti, volevano nascondersi nelle orbite... Il Sig. Aurelio pensava che la lotta di quella donna contro se stessa doveva essere stata amarissima. E non ne riusciva a comprendere il motivo. Le prese dalle mani il boccale con questo pensiero non chiarificato... La vedova, con ambedue le mani incrociate sotto i seni, guardando fuori dalla porta — appena un giocattolo rotondo rispetto all’uomo assai più alto di lei che ora sollevava verso la bocca il braccio piegato — disse chiaro e senza espressione come parlando a se stessa:

  1. Opere: Motivi e sinfonie. (Versi). Craiova, Benvenisti, 1910. — Sangue rappreso. Craiova, Samitca, 1915. — Versi venerici. Craiova, Benvenisti, s. d. — Frammenti e romanze. Craiova, Benvenisti, s. d. — Fantasticherie scolpite, id., id. — Attraverso le lenti nere, id., id. — La signorina di strada Nettuno. Bucarest, Socec, 1921. — Il caprone. Iași, «Viața Românească», 1921. — Uomini e idee. Bucarest, «Ancora», 1922. — La personalità. Bucarest, Secec, 1922. — La morte di una repubblica rossa (quella ungherese di Béla Kuhn). Bucarest, «Ancora», 1924. — Il Vampiro (dramma simbolico). Iași, «Viața Românească», 1925. — Piccolo trattato di estetica. Bucarest, «Ancora», 1929. — 1916, romanzo di guerra. Bucarest, «Adevărul», 1934.
  2. Lo stile dell’Aderca si compiace di espressioni verbali un po’ strane. Strane in apparenza, che, a chi sappia leggere, appar chiara la necesesità di tali espressioni e immagini, nelle quali si rivela la personalità dello scrittore. Le conservo quindi tutte. Sarebbe stato assai facile sostituirle con altrettante espressioni ed immagini del linguaggio comune. Ma gli artisti sono artisti proprio perchè veggono e immaginano e scrivono diversamente dal volgo dei mortali!