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scenica del linguaggio drammatico, la vivacità del dialogo e qualche scena vigorosa. Invece come narratrice la Archip occupa uno dei primi posti nella letteratura romena contemporanea «modernista». Nei due volumi: «Il collezionista di pietre preziose» (Bucarest, Stroilă, s. d.) e: «L’avventura» (Bucarest, Stroilă, 1929) mostra una rara abilità a proiettar nel fantastico e nel cosmico episodii della vita di tutti i giorni. «Un’espressione lineare, matematica, (l’autrice è assistente alla cattedra di geometria analitica) strettamente nazionale, dai cui strati di limpidezza, talvolta monotona, emana a poco a poco un’impressione di velato, di leggiera oscurità, seguita come da una condensazione di nebbie: ecco le caratteristiche di questa scrittrice. Le linee precise che seguiamo con tanta sicurezza cominciano insensibilmente a sfumarsi fino alla sparizione completa, dandoci l’impressione di trovarci in una tenebra fitta; il reale si disfà nell’irreale, lasciandoci sospesi tra i due piani con una sensazione tanto più acuta quanto meno preveduta» (1).

Dal volume «Il collezionista di pietre preziose» di Ticu Archip.


RITRATTO DEL COLLEZIONISTA (2).

Era di statura media, espressivo e immobile. Sembrava una scultura in legno di qualche grande Maestro del Rinascimento. Portava un vestito del colore dell’erba secca, chiuso fino al collo.

— Siete venute per veder le pietre? — disse alle due ragazze, e s’avviò per mostrar loro la strada.

Parve ad Irene che intorno alla loro guida si fossero adunati, senza che se ne accorgessero, un gran numero di altri uomini. Le parve di non potersi avvicinare al collezionista, e, rallentando il passo, restò indietro agli altri. Poco dopo si convinse che davanti a lei non c’erano che due sole persone. — «Comincio ad aver delle allucinazioni» — pensò.

— Badate a non scivolare. Mettete il piede su quell’altra pietra.

Il Maestro sorrise e continuò:

— I tacchi alti son buoni per le strade di città! — E tese la mano prima all’una, poi all’altra delle ragazze.

  1. E. Lovinescu, «Istoria Litteraturii Române moderne». Bucarest, Socec, 1937, pp. 277 sgg.
  2. Nel «collezionista di pietre preziose» — m’informava tempo fa l’amico E. Lovinescu — è adombrato il grande archeologo e storico Vasile Pàrvan, così presto sparito dalla scena del mondo. Al Pârvan piacevan certi atteggiamenti fra di eremita, di mago e di profeta, che assumeva soprattutto quando parlava ai giovani e l’autrice, in una visita che fece agli scavi di