s’è riscaldata come un forno pronto per il pane
solo colle spirali del fumo della mia pipa
e col bacio di Madama Autunno, che domani
morrà d’influenza...
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La monotonia desolante di una mattina piovosa,
carezza l’agonia triste ma grave d’un treno merci
che fischia la sua impertinenza attraverso le valvole tisiche
e sale il pendio colla rassegnazione dei «bemol»,
che muoion sull’arpa
in una cappella funebre,
con odore di fiaccole di cera
e vaghi profumi d’incensi,
«Eau de Cologne»
e cipressi.
Nella valle dell'Olt,
o, forse, in quella della Prahova...
la scena è la stessa da per tutto quando piove.
E la medesima agonia profana
disegna ogni treno merci quando vuol contraffare il volo
dei direttissimi che salgono il pendio con grazie di aeroplani.
Le medesime agonie banali
e il medesimo «trio» di segnali
implorano la pietà della mattina
ed annoiano il viaggiatore...
Monocromia verde:
i monti e gli abeti sembran di cartone —
contraffazione della desolazione e dell’impotenza animale
che spesso sale il Calvario col treno accanto per la strada maestra.
Pastello meccanico, —
aspirazione d’arte nuova
e scienza — Cézanne
forse t’avrebbe dipinto altrimenti,
io però t’ho visto così.
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Da questo paesaggio-natura morta passiamo a qualcosa di più intimo:
Mi domandi: «Che fai?».
— «Che vuoi che faccia,
più che ascoltare, tacere,
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