nella cenere di alcune nubi
e attizza
la brace nascosta
sotto il lor velo sottile di cenere.
Un raggio
che viene in fuga dall’occidente
raccoglie l’ali e si posa tremolando,
su d’una foglia,
ma troppo grave è il peso
e la foglia cade.
Oh, l’anima!
Ch’io me la nasconda meglio nel petto,
più profondamente,
che non le giunga nessun raggio di luce
morrebbe!
È autunno.
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(Dal volume «I passi del Profeta». Cluj, 1921. Trad. di Ramiro Ortiz).
Amico cresciuto in città
senza compassione, coi fiori sul davanzale,
voglio prenderti per mano.
Amico che non hai visti
i campi sotto il sole, vieni a danzare sotto i peri in fiore
ch’io ti mostri i solchi del tempo!
Sulle colline, verso cui volgi lo sguardo,
coi becchi infitti nella terra
sono aratri, aratri, aratri innumeri:
grandi uccelli neri
discesi dal cielo sulla terra.
Per non spaventarli
devi accostarti ad essi cantando.
Vieni.
Piano.
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(Dal volume «Nel gran passaggio». Traduz. di Ramiro Ortiz).
Un cri-cri di grillo chiama la luna nel fieno.
Iddio è cieco; le zanzare gli fanno
un’aureola attorno al capo.
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