Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/239

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— Riga Cripto, Riga Cripto,
pari a lama maledetta
la tua parola nel sen mi s’è fitta:
io dell’ombra molto ho paura.

Chè, se d’inverno son fatta,
e l’orso bianco è mio buon cugino,
dall’ombra spessa mi stacco,
adoro il sole e la sua saggezza.

Tra lampade di ghiacci, sotto le nevi,
tutto il mio polo un sogno solo sogna:
un disco prezioso dal bordo verde,
un disco d’oro il suo sogno sogna.

Adoro il sole e la sua saggezza,
chè il mio spirito è nel mio petto fontana di vita.
e mia Signora è la ruota preziosa
che vedi nel mio spirito, fontana.

Al sole la ruota s’ingrandisce,
all’ombra solo la carne cresce,
e sonno è la carne. Si sgonfia,
ma vento e ombra di nuovo la gonfiano.

Bene parlò e gentilmente
la piccola lappona Enighél,
ma il tempo, vedi, non rista
ed il sole ora fermo sta,
scagliato in alto come un anello.

— Piangi, troppo saggia Enighél!
A Crypto, Re-fungo,
come potrebbe la luce piacere?
Egli si staccò pian pianino
da Enighél,
per mettersi al riparo del sole, all’ombra.

Ma il sole, infocato anello,
si specchiò profondo in lui
e dieci volte senza discrezione
gli accarezzò la testa calva.

Ed ecco il dolce succo s’inasprisce,
ecco che il cuor gli scoppia
verso quelle dieci macchie-bersaglio,
veleno e olio rosso
fermentano da profondità maledette.

Chè difficile è molto che il sole soffra
fungo crudo di bosco,
chè lo spirito non è fontana
che sol per l’uomo, belva antica,
ma, nelle creature più delicate,
pien di veleno un bicchier è il pensiero.