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Pagina:Ortiz - Letteratura romena, 1941.djvu/43

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Costin che nel suo «Letopisețul Tării Moldovii dela Aaron Vodă» (Cronaca della Moldavia a cominciare dai tempi di Aron Voda), continuerà l’opera dell’Ureche dal 1594 al 1661. Miron Costin scrisse anche una «Cartea pentru descălecatul dintâiu a țării Moldovii și a neamului moldovenesc» (Libro della prima discesa in Moldavia del popolo moldavo) ed altre opere d’indole storica in polacco.

Diamo qui una entusiastica descrizione dell’Italia con una menzione della nostra gloriosa Università che non può non riempirci l’animo di ben giustificato orgoglio:

L’ITALIA E PADOVA

È il paese d’Italia pieno come una melagrana di città e di terre civili, molti abitanti, prosperissimi mercati, o tale che per la sua civiltà e bellezza è stato chiamato paradiso terrestre. Nessun altro paese ha quel suolo, quelle città, quei giardini, quell’arte architettonica, quella vita così felice. Uomini gai e sani, caldo non eccessivo, inverni non rigidi, grano a sufficienza; vini dolci e leggieri, abbondanza d’olio e di frutti d’ogni sorta, cedri, limoni, aranci, zucchero; cittadini più colti che in ogni altra nazione, fedeli alle promesse, sinceri, miti, non superbi cogli stranieri (anzi pronti a stringer con essi amicizia quasi fossero del loro stesso sangue), di acuto ingegno (onde son detti gentiluomini) e in guerra invincibili un tempo, come potrai trovare nelle storie di Roma, se vorrai leggerle. Questo paese è ora sede e nido di tutte le scienze e le belle arti: com’era già Atene in Grecia, così è oggi Padova in Italia.

(Trad. di Ramiro Ortiz).


Altrove insiste fra le somiglianze che gli par di trovare fra Italiani e Moldavi:


USANZE COMUNI AGLI ITALIANI E AI MOLDAVI


Esistono anche nel presente nel popolo moldavo molte usanze che sono italiane, per esempio l’essere i Moldavi come gl’italiani larghi di ospitalità nelle loro case e alla mano con tutti; il ricever che fan con piacere chi vada da loro a far visita, e così son simili nei divertimenti e nel domandarsi che fanno l’un l’altro della salute e degli affari senza offendersene. Chi è stato in Italia ed ha osservati gli Italiani non ha bisogno d’altra prova per indursi a credere che Italiani e Moldavi formano un solo e stesso popolo. A casa nostra, a Iași, ebbi un giorno occasione di intrattenermi a conversare su questo argomento con un vescovo italiano, e, tra le altre cose, di cui egli spontaneamente mi parlò, mi disse anche qualcosa intorno agli usi dei due popoli, esprimendosi a un dipresso così (ed era uomo assai colto): «Quanto «a me, io non ho bisogno di andare a leggere nelle storie chi siano i