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sonali, anche delle relazioni di viaggiatori anteriori e da esse fosse talvolta tratto in errore; risulta, fra l’altre, persino da una sua lettera al Signor di Monforte, traduttore francese delle Relationi, datata: Di Milano, adi 23. di Luglio, 1596, e pubblicata innanzi alla Parte Quarta1; lettera, in cui il Boterò, dedicandogli l’ultimo libro del suo poderoso lavoro, lo prega, nella traduzione di quelli che precedono, di voler rettificare la notizia „che in Inghilterra i titolati tirino pensione alcuna su l’entrate Reali de’ luoghi, onde prendono i titoli”, perchè, malgrado egli abbia scritto così, „seguendo l’autorità di un’autore Francese assai famoso”, la notizia gli risulta falsa per lettere inviategli da „diuersi gentilhuomini Inglesi”. Prega inoltre il Montfort di voler rettificare il numero degli abitanti della Germania. „perchè”, dice, „se bene io ho seguitalo in ciò alcune Relationi assai autentiche, nondimeno per alcune altre, che ne hò ultimamente hauute, ueggo che quella amplissima Prouincia passa dicianoue millioni d’anime, senza comprenderci i Regni di Danemarca e di Boemia.”

Resta dunque assodato, che, malgrado l’autore insista nella dedicatoria a Carlo Emanuele di Savoja, — dei figli del quale divenne poi pedagogo, — sul carattere di viaggio, ch’egli crede (o vuol far credere) abbia la sua opera; in realtà un tal carattere non si conviene che a una parte relativamente piccola di essa, a quella cioè, nella quale tratta dei paesi che ha realmente percorsi e studiati de visu. Per ciò che riguarda dunque la Rumania, dove non ci risulta che sia mai stato2, l’opera del Boterò va considerata come un’opera qualunque d’indole prettamente geografica e non come un vero e proprio viaggio.

  1. Op. cit., ed. cit. Lettera dell’Autore al Sig. di Monforte.
  2. Al. Sadi Ionescu autore di un’ottima Bibliografia dei viaggiatori stranieri in Rumania, di cui purtroppo non ha pubblicato che un solo fascicolo (1246— 1650) ma che ha avuto la cortesia di mettere a mia disposizione nel manoscritto, crede che „după toate indiciile Botero a fost... și prin Principate”, e in nota aggiunge: „Aceasta se vede din relațiile ce dă în opera sa Relationi universali, Bergamo, 1596. Astfel din descrierea portului Varna (Vol. I, pag. 180) se vede că l-a văzut și spune că a fost la Constantinopole (Vol. I, pag. 180) și în Ungaria (Vol. I, pag. 159). Apoi vorbește de Principate astfel că rezultă fară îndoială că a trecut prin ele. Intre alte amănunte ce nu le-a dat altul până la el, Botero spune că a văzut boii cei mari din țările noastre, descrie locuința și caracterul țăranului român, vorbește de localități prea puțin cunoscute atunci, etc.” Codeste consi-