Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/144

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il pennello di Rembrandt non avrebbe forse sdegnata. „Questo villaggio è composto di miserabili capanne, e casupule (sic), e dove (sic) convenne andare a riposarsi in una simile, composta di due stanze, in una delle quali vi era una stufa accesa, che tramandava un calore eccessivo che sentii entrando dentro, ove la gente stava dormendo all’intorno della medesima per liberarsi, credo io, dall’aria che non la stimo delle migliori, e per le aggeggie della notte, e per le guazze, che abbondanti cadono. Questa gente poi resta miserabilmente alloggiata, e all’intorno della stanza hanno una specie di tavolato, o pancone, come i soldati, che stanno in guardia, e sopra il quale vi dorme tutta una famiglia. Ed ecco tutto il loro equipaggio e situazione di questi individui. Era curioso poi, che in ciascun focolare vi sono certi animaletti, Grieri detti nella lingua del paese, il che corrisponde al nome di grilli, i quali stanno in certi pertugi dei cammini, con resistere al gran calore, che vi si prova, ed i quali facevano una zinfonia strepitosa, che continua per tutto l’anno”1. Non si può negare, che, a malgrado della forma scorretta, qua pretenziosa, pedantesca, affettata (quelle aggeggie mettono i brividi per davvero) là povera, scucita e plebea, il quadretto della casa di Călugăreni colla sua stufa pieni di grilli e i suoi abitanti sdraiati a dormire sulle panche, non manca di attrattive, più invero per quanto ci è dato immaginare, che per quanto il Sestini ci descrive. Con tutti i suoi difetti di lingua e di forma (di stile non è il caso di parlare neppure) questa è forse la pagina più bella che abbia scritto il Sestini; nel secondo viaggio, del quale parleremo fra poco, non ne troveremo di simili.

IL VIAGGIO | curioso-scientifico-antiquario | per la | Valachia, Transilvania, | e Ungheria fino a Vienna | fatto | da Domenico Sestini socio di più accademie, pubblicato a Firenze, Nella Stamperia di Luigi, e Fratelli Magheri, A spese di R. Tondini Librajo di Badia; avrebbe dovuto precedere la Descrizione del viaggio fatto da Vienna per il Danubio infino a Rusciuk, e di là per terra insino a Varna, e quindi per il Mar-Nero a Costantinopoli, pubblicata a Berlino il 1807 con due altri viaggi „intrapresi per diverse provincie asiatiche”; invece, come l’autore

  1. Op. cit., pp. 49— 50.