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politico e il valente generale che tutti sanno, ma anche un uomo coltissimo, che aveva fatti i suoi studii in Italia, improvvisava con facilità eleganti versi latini, gustava ed apprezzava degnamente la bellezza delle opere antiche.„Il suo castello polacco“, ci fa sapere il Iorga, dal quale attingiamo queste notizie, „sembrava la villa d’un principe italiano del Rinascimento” 1 Intorno a Zamoyski, altri umanisti gareggiavano nello studio della lingua, dello stile e delle bellezze classiche, soprattutto latine: Heidenstein 2 suo segretario e Lasicki, 3 e, più di tutti, Alessandro Guagnini 4, un italiano emigrato in Polonia, „gran traduttore” 5,
- ↑ N. Iorga, Istoria literaturii românești în secolul al XVIII-lea, București, Minerva, I, pp. 23—24.
- ↑ Il Ciampi non fa che citarne l 'Affectus in Virginem Mariam IV orationibus expressus, stampato a Roma il 1643.
- ↑ Non ricordato dal Ciampi sotto questo nome; ma probabilmente in Lasicki sarà da vedere quel Ioannes de Lasko, autore dell’Oratio ad Leonem X. Pont. Max., in oboedientia nomine Sigismundi Regis Poloniae praestita, etc., in Concistorio publico die lunae XIII Iunii, An. Dom. 1513 e di una Defensio verae semperque in Ecclesiis receptae doctrinae de Christi Dom. Incarnatione adversus Memnonem, stampata anch’essa a Roma, il 1545.
- ↑ Alessandro Guagnini, n. a Verona il 1538, morto a Cracovia il 1614, è l’autore di quella Sarmatiae europeae descriptio, edita a Spira il 1581, che il 1543 fu tradotta in italiano dal Rev. Bartolomeo Dionigi da Fano (Venezia, Giunti) e il 1612 in polacco (ed. di Cracovia) dal Pasztowki. Per quest’opera il Guagnini fu accusato di plagio, ma il Ciampi dimostra come tutto in fondo si riduca all’avere il Guagnini adottato il titolo di Sarmatia europea già usato da Mattia Stryikowski in un’opera dello stesso genere.
- ↑ Questo giudizio è del Iorga (op. cit., loc. cit.,) ma è forse un’eco delle accuse di plagio fatte al Guagnini dagli storici polacchi, invidiosi della dottrina davvero vastissima che codesto straniero mostrava nella trattazione di un tema così ampio e irto di difficoltà. „Parole non ci appulcro” e me ne rimetto all’autorità del Ciampi che al plagio non crede.
che istitui nella sua città di Zamoscia, e generalmente quali suoi concittadini i culti italiani, che là viaggiavano, rispettò e accolse.” Cfr. I. Ciampi, lettera dedicatoria delle sue Notizie de’ secoli XV e XVI sù l’Italia, Russia e Polonia ecc., Firenze, Allegrini e Mazzoni, 1833, riprodotta nella citata Bibliografia ecc., pp. 133—34. Scrisse: De perfecto Senatore Syntagma; Oratio in funere Gabrielis Fatoppi mutinensis (Venetiis, 1562); De senatu romano (Venetiis, 1563); De constitutionibus, et immunitatibus Almae Patavinae Universitatis (Paduae, 1564); De transitu Tarlarorum per Pocuciam (Cracoviae, 1594); Epistolae diverse ad Gregorium Papam XIII, ad Sigismundum III, etc. Fu in relazione con molti fra i più dotti umanisti italiani, fra i quali Paolo Manuzio, che il 1561 gli scriveva „con espressioni di somma lode”. Cfr. Epistolae et Responsa pubblicate dallo Zamoyski a Cracovia il 1587.