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inoltre due altri vescovi italiani: Mons. Gerolamo Arsengo „vicario e vescovo eletto di Moldavia”, che nel 1580 troviamo già installato nella sua diocesi di Bacău, e Mons. Bernardo Querini1 che il 1590 veniva nominato „vescovo di Argeș e della Moldavia e della Valachia” con residenza a Bacău.

γ) Bernardo Querini e Michele il Bravo.

Col Querini arriviamo ai tempi di Michele il Bravo, che, se non ebbe frequenti relazioni dirette colla S. Sede, comunicò si può dire quanto durò il suo regno, con Roma, per mezzo dei numerosi legati che Clemente VIII gli spediva, vuoi per incoraggiarlo a continuar nella sua crociata contro il Turco, vuoi

    talia.” Cfr. Hurmuzaki, XII (Acte relative la răsboaiele și cuceririle lui Mihai-Vodă Viteazul, adunate și publicate de N. Iorga) (doc. CI. L’originale si trova, con molli altri relativi a codesta spedizione dei toscani di l’ordinando I dei Medici, nel ms. Il. VI. 118 della Marciana. Il grosso volume (di 1281 pagine) della Collezione Hukmuzaki, in cui c pubblicato per la prima volta, contiene documenti inediti, trovati quasi tutti dal Iorga negli archivii di Innsbruck, Vienna, Napoli e Berna e nelle biblioteche ambrosiana e marciano e rappresenta il monumento più bello che i rumeni potessero innalzare alla memoria del loro grande Capitano e l’oda, la cui storia il Iorga ha intrapreso a narrarre in pagine colorite e commosse, in una serie di Studii pubblicati nelle Convorbiri Literare degli anni 1902— 1903 e che ci auguriamo di veder presto ripresi e condotti a termine.

  1. Di quest’ultimo ci restali documenti, dai quali risulta come il 1589 facesse ritorno alla sua diocesi da una visita ad limina, latore di numerosi brevi apostolici, nei quali s’invitava per la centesima volta i principi rumeni a volersi unire, col loro popolo, alla chiesa romana (l’Occidente. Cfr. Iorga, Breve Storia ecc., p. 99. Dalla sua Relatione... intorno le cose del suo Vescovato fatta alta Santità di Mostro Signore l’anno 1599, togliamo il seguente periodo che riguarda la diffusione della cultura italiana in Rumania: „ Il detto Principe (Ieremia Movilă] è tanto amico, et affettionato alla chiesa latina, che non fa differenza alcuna tra li suoi greci et latini, anzi più volte in pubblico, et in privati ragionamenti alla prescntia de’ suoi Vescovi, et Baroni ha professato che V. S-tà è il vero capo di tutti li christiani et per mostrare questa sua affetlione maggioramente verso li italiani, mi ha promesso al mio ritorno di erigere un Seminario di giovani Ialini, et assegnarli una sufficiente dote acciò per l’avvenire vi siano molti preti latini, nella provincia che possano ben servire a tulle le chiese de’ latini.” (Hurmuzaki, op. cit., III, pp. 545 sgg.) E chiaro quanto l’istituzione di un tal seminario avrebbe potuto contribuire alla diffusione della cultura italiana in Rumania, giacche gl’insegnanti ne sarebbero stati per la maggior parte italiani; ad ogni modo, le parole citate ci mostrano uno dei modi, coi quali la propaganda cattolica contribuiva a quei tempi alla diffusione, della cultura italiana in Rumania.