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Pagina:Ortiz - Per la storia della cultura italiana in Rumania.djvu/99

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rumeni potranno sempre notevolmente avvantaggiarsi, tanto più che si trovali raccolte nei voli. I, I 1, II e III della Collezione Hurmuzaki. Citeremo ad ogni modo quelle (1594 — 1597) di Cesare Speziano nunzio papale in Germania, e di Fabio Genga al Cardinal di S. Giorgio e a Clemente VIII intorno all’entrata dei Tartari in Moldavia, e, più ancora, intorno alla lega che al Papa premeva di formare contro il Turco di tutte le forze cristiane. Verso la fine dell’agosto 1594, Fabio Genga informava infatti il Pontefice, che Sigismondo Bathory poteva contare sull’appoggio che gli daranno i Principi di Valacchia e di Moldavia, „le quali provincie sono state sempre pessimamente trattate dal Turcho”, onde „si hà a credere che, per non veder l’ultimo esterminio loro, et per il desiderio di vivere liberi, sieno per fare ogni sforzo possibile.” Lo Speziano, a sua volta, informa con rapporti quasi giornalieri i Cardinali Minucci e di S. Giorgio del progredire delle trattative, dell’arrivo dell’ambasciadore moldavo, che gli sembra „huomo molto di spirito”, della „irresolutione de’ signori venetiani”, e dell’intenzione dei Polacchi di chiedere „al Gran-Turco che... resarcisca li danni patiti da loro, quando li Tartari passarono in Ungaria... con dare alli Polacchi la Moldavia in pagamento.” Dello stesso Speziano ci restano lettere al Cardinale di S. Severo sull’irruzion dei Cosacchi in Moldavia che si attribuiva ad istigazione dell’Imperatore, ad Antonio Vignati sui progressi del „Transilvano contra al Turco”, al card. Doria e al nunzio pontificio Malvezzi sulla presa di Braila, al Bathory stesso infine per rallegrarsi „con tutto il cuore delli progressi” da lui fatti nell’impresa „et delle due provincie [la Valacchia e la Moldavia] guadagnate et tolte di bocca al nemico”. Seguono le relazioni di Monsignor Malaspina (14 novembre 1597) al Cardinale S. Giorgio intorno alla morte del card. Bathory, documento di capitale importanza per la storia dei rivolgimenti ungheresi di quegli anni, in cui Michele il Bravo conquistava con grandi difficoltà la Transilvania; di Mons. Bernardino Querini (1599) „intorno le cose del suo Vescovato”, di Benedetto Emanuele Remondi da Milano (1636) contenente l’enumerazione delle chiese cattoliche di Moldavia; del Bandini (1648), al quale chi più chi meno attingono un po’ tutti i missionarii e i Visitatori Apostolici posteriori; ed eccoci alla Informatione dello stato della religione cattolica in tutto