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I magazzini di viveri e foraggi sono parte in grandi baracche di legno e parte ancora sotto tende; si stanno però costruendo altre baracche che serviranno in seguito a sostituire le tende.

Al bazar i lavori progrediscono moltissimo; il numero dei negozi aperti va crescendo ogni giorno e vi si trovano già commestibili d’ogni sorta, vini e liquori, tabacchi, oggetti di vestiario, armi e munizioni da caccia, oggetti di cancelleria, utensili da cucina e da tavola, e via via. Alcuni hanno incominciato a fabbricarsi abitazioni in mattoni di terra, cotta al sole; altri più discreti si accontentano di accomodarsi alla meglio le loro baracche di legno; ogni giorno poi arrivano nuovi speculatori e nuove merci, e il bazar va assumendo così proporzioni sempre più vaste e prende a poco a poco l’aspetto di una città in costruzione.

Un ordine del giorno intima a ciascun negoziante di denunciare il proprio commercio al Commissariato sotto pena di espulsione, e proibisce di vendere vino e bevande spiritose ai soldati sotto pena di 100 rupie (250 fr.) di multa.

Una guardia di fanteria indiana stabilita nel centro del bazar è incaricata del mantenimento dell’ordine tra quella strana popolazione di tante lingue diverse piovuta qua da tutte le parti del mondo: e alcuni pochi soldati di fanteria inglese, provvisti di bastone, camminano gravemente su e giù tra le diverse file di botteghe a farvi l’ufficio di policemen.

Questa sera, ritornando dal bagno a mare, siamo stati presentati quasi per sorpresa, al Comandante in capo il quale se ne stava sulla gettata curiosando qua e là. — Ci ha accolti con molta gentilezza, dichiarandosi spiacente di non averci potuto ricevere prima d’ora e pregandoci di voler chiedere liberamente quanto credevamo necessario.