Pagina:Osio - La spedizione inglese in Abissinia, Roma, Carlo Voghera, 1887.pdf/30

Da Wikisource.
28 la spedizione inglese

pochi lavori necessari per il passaggio delle truppe vennero affidati alla fanteria.


Lo spettacolo degli altipiani era monotono e triste; ma quando la strada scendeva nelle valli, la scena diventava subito tutt’altra: alle incolte e vaste pianure succedevano allora gole, dirupi e boschi foltissimi d’olivi, di ginepri, d’acacie, dai quali, attraverso qualche spazio scoperto, apparivano, di tratto in tratto, allo sguardo giganteschi ammassi di monti e colline, oppure le lontane pianure che si stendono tra le falde delle montagne abissine e le rive del Mar Rosso.

Dopo Senafe, prima stazione sugli altipiani, la linea di marcia era stata per Addi Gheràt ed Antalo. Poche marcie dopo Antalo il corpo di spedizione mise le tende a breve distanza dal lago Ascianghi: questo lago, a 2475 metri sopra il livello del mare, appartiene, geograficamente, al versante orientale della catena abissina; la sua bella distesa d’acqua, i monti e le colline che lo dominano da tutte le parti, i numerosi villaggi, graziosamente collocati all’ingiro sulle alture, costituiscono, tutt’insieme, un paesaggio assai pittoresco; ma il terreno paludoso che circonda le rive, e gli alligatori che vi si trovano, rendono assai pericoloso l’avvicinarsi, e fanno sì che non una sola barca si veda solcare le acque del lago.


A poche marcie da Magdalà si incontrano i due grandi altipiani di Uadela e di Talanta, divisi tra loro da una valle strettissima e profonda, dove sarebbero stati necessarii non pochi nè facili lavori per costruire una strada; ma fortunatamente la linea di marcia delle truppe veniva appunto allora a confondersi colla direzione seguita da re Teodoro per recarsi a Magdalà; ed il re, che aveva preceduti gli inglesi di qualche settimana conducendo seco i suoi famosi cannoni, era stato costretto a costruire attraverso quella valle una strada rotabile che poi non pensò o non si curò di distruggere, e di cui gli inglesi poterono approfittare.

Dall’altipiano di Talanta si scese nella valle del Bascilo, e, rimontando poscia un piccolo affluente dello stesso Bascilo, si giunse finalmente a piantare le tende sulle alture che conducono a Magdalà.