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in abissinia 1867-1868 | 41 |
camenti di truppa, erano costretti a far fuoco per tener lontano i selvaggi aggressori.
Riposatasi un giorno sull’altipiano di Talanta, quella turba infelice si pose di nuovo in moto per attraversare il Gidda e raggiungere l’altipiano di Uadela: erano per la maggior parte nativi di DebraTabor e Gondar, e si avviavano verso le rovine di quelle due città.
Il giorno 17, dal campo di Talanta si potè assistere allo spettacolo di Magdalà in fiamme. Il generale in capo aveva ordinato che si abbattessero le due barriere in muratura, che si desse fuoco alle capanne, che si distruggesse ogni vestigio di quella sentina d’iniquità. Egli aveva solo raccomandato che si risparmiasse la chiesa; ma fu impossibile deviarne le fiamme: e così, forse, nessuno sa ormai più indicare dove riposino le ceneri di quell’uomo che per tanti anni agitò e sconvolse l’Abissinia intiera e attirò a sè, per qualche tempo, anche gli sguardi d’Europa.
Il giorno 18 la regina dei Gallas, invitata da sir Robert Napier, prendeva possesso di Magdalà: ed il giorno seguente le truppe inglesi ripassavano il Bascilo, conducendo seco la vedova ed il figlio di re Teodoro ed i prigionieri europei liberati. Questi ultimi sommavano in tutto a 61; ma, esclusi Cameron, Prideaux e Rassam, la cui liberazione era stata lo scopo principale della guerra, tutti gli altri erano missionari tedeschi od inglesi, ed artigiani o domestici venuti al loro seguito.
La vedova del re, sopraffatta forse dal dolore, morì pochi giorni dopo nel campo inglese: il figlio, accompagnato più tardi in Inghilterra, fu educato a spese della regina Vittoria1.
Il 21 aprile, dopo una rivista passata alle truppe dal comandante in capo, cominciavano le marcie del ritorno, ed ai primi di giugno del 1868 la bandiera inglese non sventolava già più in Abissinia.
- ↑ Mori il 14 novembre 1879, dell’età di 18 anni, e fu sepolto nel castello di Windsor. Nella cappella del castello si legge la seguente iscrizione: «Non lungi di qui riposa Alamayn, figlio di Teodoro, re d’Abissinia, nato il 23 aprile 1861, morto il 14 novembre 1879. Questa lapide è stata collocata qui, in memoria di lui, dalla Regina Vittoria». — «Io ero senza tetto e voi m’avete ricoverato». Sopra l’iscrizione è inciso un leone colla testa sormontata da una torre e da una croce e sotto si vede S. Giorgio col drago.