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Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/113

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§. XI.

Inimicizia.

L
A gratitudine à piantate così profonde radici negli animi de’ Morlacchi, che non v’è cosa, che maggiormente gli obblighi ad una giusta corrispondenza fra essi loro. Da questa sorgente il più delle volte nascono le loro amicizie; dalla ingratitudine poi le inimicizie, e gli odj, che con grandissima difficoltà si rendano estinguibili. A’ Mortacchi sembra giusto il render pan per focaccia, come pensava il Moralista Cicerone. Questa idea naturale, congiunta ad un entusiasmo di gloria fa, che nelle inimicizie, che provengono dalla ingratitudine, si rendano presso che inesorabili per la riconciliazione. Le inimicizie, nate per gli omicidj diverrebbono più facilmente nulle, se la superstizione non entrasse a dar di naso anche in questo, per eccitar i Morlacchi alla vendetta1. Taluno li scusa con quell’antico detto,
  1. Credono alcuni Morlacchi, che le anime degli uccisi gridino vendetta contro gli uccisori, ed il modo di mostrar gratitudine a’ morti è quello di vendicarli. Ove più, ed ove meno si estende questa diabolica credenza. Si conservano delle storielle, che se i Fratelli, o Parenti degli uccisi avessero perdonato il delitto agli uccisori, di notte loro apparivano de’ spiriti, lagnandosi della poca cura, ch’eglino ebbero nel vendicar la loro morte. Basta la divulgazione di queste apparizioni de’ morti, perchè le diventin vere presso i Morlacchi, laonde chi disse, ch’essi ànno fatto un punto di Religione nel vendicarsi, avrebbe meglio detto, ch’essi ànno fatto un pun-