Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/143

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rechi a ingiuria, se viene sprezzato dall’amante. Essi in questo, come in molte altre cose ammettono il fatalismo, ed ànno spesso in bocca quel proverbio Così doveva succedere, così era stabilito, molto analogo a quel degli antichi sic erat in fatis. Gli amanti Morlacchi ignorano affatto l’arte di comunicarsi scambievolmente i proprj pensieri per lo furtivo, e galante mezzo di lettere, origini d’innumerabili seduzioni, ma questo merito è dovuto alla loro inscienza di leggere, e scrivere. Se taluno è stato così scaltro di aver amoreggiato con diverse in una volta, ciò non passa punto per maniera di Mondo, e di saper vivere, e diviene il rifiuto di tutte le amanti in seguito. Ne’ Morlacchi si verifica molto ciò, che Metastasio mette in bocca di uno Scita

          Cangia di affetto
          Ciascun a suo talento:
          Ama finch’è diletto,
          E tralascia d’amar, quando è tormento.

Languori amorosi, affanni, convulsioni, sospiri, pianti, ed altre tali nojole galanterie, le sono cose, che si esigerebbe buon numero di anni pria, che si affrattellassero ne’ rozzi petti de’ Morlacchi. Essi non ànno preliminari di sorte alcuna a loro amori: essi li stabiliscono in su due piedi tosto, che loro viene in capo, onde non aversi a pentire di aver perduto qualche tempo senz’amoreggiar, quando potevano. Le tenerezze non esprimono, che con gli occhi, o quel, ch’è più frequente co’ bacj, cosa comunissima già fra gli ambedue i sessi, anche non amoreggiando. A qualche Forestiere il modo sembrerebbe un po’ scandoloso, ma essi credono, che questo sia il ve-