Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/186

Da Wikisource.

ora da una erba velenosa, che i Morlacchi chiamano Metigl. A tutte, e tre queste cose si porrebbe rimedio, quando facessero i Morlacchi abbondanti provvigioni di fieno1 per nutrir gli animali di Verno, allorchè le ostinate nevi non permetton pascolare, e di Primavera, quando l’erba Metigl è solamente dannosa.2 Di State, oltre le altre cagioni

    allo scoperto, come dice il Fortis, anzi di verno stanno sempre al coperto, ma i coperti rozzamente fatti non sono atti alle volte a liberarli dalla mortalità, cagionata dall’eccessivo freddo, che v’è fra’ monti.

  1. Lo stesso metodo, che tengono i Morlacchi nel governar le famiglie, conservano anche co’ loro animali. Finchè v’è del fieno, danno loro da mangiare in abbondanza, quando poi non v’è ne più, non solo lo comperano a caro prezzo, ma alle volte non lo possono trovare, onde per necessità i loro animali convien, che periscano. Essi si fidano ne’ pascoli, ma talora la neve dura dieci, o quindici giorni, avanti di sciogliersi, e quando v’è la neve sulla terra, non si può pascolar certamente.
  2. Metigl non è termine, che dinoti propriamente qualch’erba, e significa più tosto epidemia, o distruzione. Ma come da una sorte di erba, di cui s’ignorano le traccie, ed il nome, nasce alle volte la distruzione degli animali, così a questa erba si dice Metigl, termine con cui si dinota anche una sorte de’ vermi, che si generano di State nel capo, e nella coda degli animali, e che spesso li ammazzano. Di State dopo che morti sono gli animali pecorini, si osservano in più luoghi di essi certi forelini, e specialmente nel fegato. I Morlacchi, credendo con costanza, che questi mali sieno fatti dalle Streghe, che colle freccie vanno saettando gli animali, non cercan altro rimedio, che quello dei Zapisi, cioè certi brevetti superstiziosi, di cui diremo più chiaramente in seguito. Così credendo faranno de’ gran progressi nell’arte Veterinaria!