Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/233

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Botteghe piene di ricchissime merci. Credette Socivizca, che le bagattelluccie, che si guadagnano nelle Botteghe non meritassero la sua attenzione, e perciò risolse di tornarsene a Monte-nero in compagnia di alcuni parenti, ed amici, che formavano il numero di dieci Persone, e nel periodo di una State massacrarono quaranta de’ Turchi. Era mancato lo schioppo ad un compagno di Socivizca, ed esso andossene in traccia di uno per prenderlo a viva forza a chi primo se gli presentasse. Ma ecco, che all’improvviso e’ s’incontra in una Caravana Turca. I due primi Turchi, che lo videro, lo presero per Aiduco, come infatti lo era: esso però negava. Ma sopraggiunti altri sei, cominciarono a fargli lo stesso complimento, e senz’altre cerimonie gli fecero cerchio all’intorno. Quando e’ si vide in sì brutto rischio, ricorse ad uno stratagemma per liberarsene, e con uno sparo di pistola, e ad altavoce cominciò a chiamar in ajuto i suoi compagni, ch’erano rimasti in poca distanza. I Turchi, che già già se li credevano addosso, si rivolsero per osservar da qual parte eglino venivano, ed intanto Soçivizca ebbe l’agio di fuggire fra mezzo a loro. Ma come liberarsi dalle schioppettate de’ Turchi? Soçivizca, che ben conosceva il loro naturale di sprovvedersi delle cariche tutti in una volta, stramazzò boccone per terra. Così i Turchi, che spararono gli archibugi con somma prestezza, che secondo la loro mira dovean colpir Soçivizca a mezza vita, o nel capo, non ebbero alcun intento. Esso allora levatosi in piedi, ammazzò un Turco, ed un altro, che gli aveva assaltata la vita colla scimitara in mano tramortì con un colpo di schioppo, non ricordandosi di aver carica la pistola, con cui poscia l’ammazzò. Frattanto giunsero i suoi