Vai al contenuto

Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/239

Da Wikisource.

trovava mai quello, in cui sepolto fosse. Adombratisi i Turchi, ch’esso non volesse in simil modo liberarsi dalle loro mani, fissarono di andar seco lui a Sign, ed ivi ben inceppato due Guardie co’ schioppi sempre inarcati gelosamente, e giorno, e notte lo custodivano. Furono date moltissime Persone in nota, da’ cui Socivizca si faceva creditore di grosse summe di denaro. Al confronto egli avea troppo coraggio per asserire, ma alla lunga si trovava falsa ogni sua asserzione. A ciò rimediava esso col dire di aversi ingannato ne’ nomi delle Persone, e perciò, diceva che facessero chiamar dell’altre. In simil guisa andò deludendo i Turchi per un mese intiero, nè ciò faceva ad altro fine, che per trovar, se v’era caso, qualche strada di fuggire. Fu scoperta a lungo andare la sua malizia da’ Turchi. Essi fecero venire a Sign sua moglie co’ due figli, un maschio, e l’altro femmina, ch’erano nel Contado di Zara, per condurli a Travnik anch’essi. Ma qual colpa aveano gl’innocenti figli ne’ misfatti del Padre, e la misera moglie in quelli del marito? Tanto è. La Giustizia Ottomana è così. Giunge la moglie co’ figli alla presenza dell’Effendì, Capo de’ Turchi, che custodivano Socivizca. Qual oggetto di tenerezza, e compassione non è per essa veder il proprio marito carico di catene? Le si comanda, ch’ella bacj la mano al Comandante de’ Turchi: Ella ubidisce, fa lo stesso sua figlia, e Socivizca soffre. Ma quando e’ vide, che si comandava a suo figlio la stessa cerimonia „ allontanati di là, infuriato gli disse, non baciare la mano a quel cane “. I Turchi mostrando rimorso, e in atto quasi di domandare scusa a Socivizca, dicevano che ciò si commetteva per pura usanza. Era il giorno ventesimo sesto di Novembre