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che nelle colte, e deliziose Città, nulla ostante le più dilicate cure, e diligenze le più possibili, ed esatte, si rendono molto desiderabili, e rare.
§. V.
Capanne, ed utensili.
E capanne de’ Morlacchi sono assai rozze, e poco comode; Elleno sono per lo più, o quadrate, o rettangole, ma tutte fabbricate col seguente gusto. Ne’ quattro angoli della casa ànno quattro trabi forti, e secondo il bisogno ne’ lati ancora. Queste trabi si profondano per cinque, o sei piedi entro la terra, e verso l’apice si dividono in due per un palmo in circa, e sono i fondamenti, ed i sostegni delle case. Fra gli spazj da trabe a trabe si fabbricano le muraglie, che di ordinario sono di bacchette incrocicchiate, ed intrelciate, o di sassi, rozzamente aggrumati a secco l’un sopra l’altro. La calcina de’ Morlacchi è la creta, o lo sterco de’ Bovi, mescolato colla cenere. I coperti delle case sono di canne palustri, come quelle de’ contadini Italiani, senza la pulizia, e l’ornamento degli ultimi. Non v’à d’altri appartamenti, che il terreno, onde, com’è ben chiaro, cucina, camera da letto, camera da ricevere sono una cosa istessa. Ma pazienza anche questo. Vi sono certe capanne, che servono d’infelice Tugurio ugualmente agli animali, che agli uomini, senza che li divida, che alle volte solamente un trammezzo delle suriferite bacchette. Simili abitazioni una volta, suppongo io, saranno state comuni presso che a tutti i Morlacchi, la maggior parte de’ quali presentemente à una casa per la famiglia, e l’altra per gli