Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/96

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di riguardo. Il cacio, che fanno per loro uso giornaliero è tutto in pezzettini, che si conservano in un otro, e perciò si chiama volgarmente cacio di otro. Quello poi in pezze grandi non sarebbe da sprezzarsi, se non gli estraessero parte del burro, e non lo facessero bollire nell’acqua, ma sendo uso di vender questa sorte di cacio, è probabile, che in ciò v’entri qualche poco di malizia. Non usan mangiar polenta (eccettuati i tempi critici, in cui si mangia tutto ciò, che può nutrire) che di quella di Saggina, di cui peraltro non si ciban di sovente, e s’ella non nuota nel burro è disaggradevole al loro palato. E perchè sembra, che asciutta non la possin trangugiare, ne’ giorni di digiuno le danno altra concia, che consiste in mele, od in aglio pesto, misto all’acqua, e parcamente di oglio, poichè di questo convien comperare per l’inerzia di non piantar Olive ne’ proprj campi. Nelle cose le più semplici sembra, ch’e’ sieno nati per dissipare. Di pane cotto ne’ forni non v’è caso, che vogliano far uso, cibandosi in vece di schiacciate, che cuociono di giorno in giorno, ed anche di mano in mano, che loro abbisognano, su la pietra del focolare. Di ogni sorta di grano fanno le schiacciate per proprio uso, fuorchè di frumento, nè anche i benestanti eccettuandosi in questo, benchè non le mangin essi di gran Turco, o di altre infime biade. Ne’ giorni poi solenni il ricco ugualmente, che il povero fa preparare delle schiacciate di frumento. Alcuni de’ Morlacchi ànno veduto di quanto danno riesca ad una famiglia l’uso delle schiacciare, e perciò fanno cuocere il pane nel forno, che serve per molti giorni, e così riesce di maggior economia. Ma l’esempio di pochi non val, per superar l’ostinazion di molti. I cavoli capucci inaciditi sono il