Pagina:Osservazioni progetti e consigli risguardanti l agricoltura 1839.djvu/32

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ciò lamenti dicendo, che per questa licenza, e per altre molte gravezze, il commercio del vino è, secondo la loro espressione, interamente ruinato.

Queste lamentazioni de’ venditori di vino prodotto ne’ proprii fondi, hanno fatto sorgere il dubbio: Se torni loro a conto continuare come si fece in passato ad aver cura speziale delle Viti, o s’ei debbano scemare il numero de’ vigneti; e in questo caso domandasi ancora: per quale altro modo possan eglino indennizzarsi del danno che apporterebbe l’appigliarsi a questo partito.

Non vo’ ripetere quello che vanno dicendo i compratori, cioè che tai lamenti non sono giusti; imperocché, sebbene siensi aumentate e perfezionate di molto le piantagioni, e quindi cresciuto sia il prodotto del vino, e sebben se ne possa ritirare dal regno lombardoveneto, pure il prezzo n’è caro tuttavia, dovendosi in questi anni sborsare per una misura di vino un terzo o un quarto più di quello che pagavasi ne’ tempi andati. Dirò invece che a questo rispondono i possessori di vigne, essere cresciuti i tributi, e il prezzo della mano d’opera, e quello de’ legnami, e trovarsi alterato di un sedici per cento il corso delle monete in loro danno. Le quali cose, essendo vere, mi fanno strada a dire il parer mio intorno alla domanda: Se torni o non torni a conto coltivare Viti come in passato.