Pagina:Osservazioni progetti e consigli risguardanti l agricoltura 1839.djvu/51

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fetto di concime, e di guarentirsi colla stessa operazione dai danni dell’estiva arsura. I campi coltivati da lungo tempo presentano alla superficie terra dimagrita, secca, polverosa, priva d’umore, e di forza, la quale smossa, ne’ luoghi cretosi, alla profondità di mezzo piede e ancora meno, stà sopra una massa compatta e dura si che non permette ad alcuna radice di penetrarvi. Che mai si può da sì poca terra aspettare? Si osserva infatti che anche ove il campo è ingrassato, anche negli anni in cui non mancano le piogge, il frutto è poco, e che ove sopraggiunga la siccità nulla si raccoglie. Smovete con vanghe, e con zappe, estraendone i sassi grandi, la terra che stà di sotto, vergine ancora, e dal grasso, che col lungo correre degli anni vi s’insinuò lentamente, fatta feconda, e frammischiatela a quella che stava di sopra magra, ma calda, e sminuzzata. Con questo mezzo semplicissimo avrete ingrassato il vostro campo: e se la zappatura sarà profonda un piede e mezzo o due, vedrete che nell’estate il gran caldo, che nuoce a tutti i campi non lavorati a questo modo, produrrà nel vostro effetto contrario, farà crescere cioè rigogliose, e maturare le piante colle sementi belle e sostanziose. Questo, ripeto, m’insegnò maestra esperienza.