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frenato da legge, da istituzione o costituzione di sorta. — Un individuo che al governo diventasse sospetto, era tosto o arrestato ed indefinitamente tenuto prigione, o esiliato, o confinato in qualche povera borgata di una remota provincia. — Un opificio industriale che potesse giovare al paese, ma che poteva recare eziandio qualche danno ad un’altra provincia dell’impero, era dichiarato pericoloso e soppresso. — Un libro, un dramma destinato a risvegliar nelle popolazioni qualche scintilla di amor patrio, erano proibiti, e l’autore spietatamente perseguitato. — In quei tempi si poteva, senza pericolo di errare, vedere difatto la mano del governo in tutte le sventure che ne toccava di subire. Ma ora le cose camminano in modo al tutto diverso. — Il governo non interviene nelle faccende dei privati individui, se non quando le leggi sono da questi violate; e d’altra parte il governo costituzionale non è un essere a sè, un essere sui generis, diviso dalla nazione: egli è il rappresentante della nazione, eletto in modo più o meno diretto da essa; mutabile di giorno in giorno, non si regge e non esiste se non col concorso e l’appoggio della maggioranza dei rappresentanti del paese. — Che cosa significano dunque queste incessanti accuse che si muovono al governo, come s’egli esistesse a nostro dispetto o per nostra sventura? Significano una cosa sola: cioè che noi non intendiamo ciò che sia un governo nazionale, costituzionale e rappresentativo.
Queste sono le piaghe più profonde e d’indole più maligna che ne lasciò il passato, rimettendo per brevità di parlare della ignoranza, della superstizione, e di altri malanni, che ereditammo dai nostri padri, i quali vissero e morirono schiavi.
Non però tutti gli italiani sono infetti di cotai morbi. — Ve n’hanno molti, che dalla natura favoriti d’ingegno singolarmente docile e sano, o di una educazione eletta, o di fortuite e fortunate circostanze, pensano, sanno e sentono, come pensano, come sanno e come sentono gli uomini rispettabili dei paesi più inciviliti e più liberi. — Che di tali uomini non difetta l’Italia, chiaro risulta da tutto ciò che abbiamo tentato e condotto a buon fine nel corso degli ultimi sette anni. — A questi uomini spettano ora doveri immensi: ad essi spetta il salvare la patria dai molti pericoli che le sovrastano, ed a cui la espongono gli ignoranti, gli oziosi ed i malevoli, funesti prodotti del dispotismo straniero. — Non v’ha uomo dotato di qual-