Pagina:Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia.djvu/32

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non possono ispirarsi ai sentimenti di lealtà, di gratitudine e di rispettosa fiducia verso il nazionale governo, che si richiedono dai cittadini di un paese libero. — Il clero cattolico è naturalmente avverso alle libertà civili, ch’esso confonde talora colla libertà di pensiero e di coscienza, e che in ogni caso esso tiene per indissolubilmente legate fra di loro, e non a torto. Io non discuterò qui se più felice sia il popolo soggiogato civilmente e intellettualmente, ma che non sente il peso del giogo a cui è avvezzo, ed al quale si rassegna confortato da una cieca fede in tutto ciò che gli insegna il suo clero; o il popolo liberale ed indipendente, conquistatore dei proprii diritti e di essi pienamente conscio, ma a cui fu tolto l’intimo conforto, ed il forte sostegno di quella cieca fede. — Sono queste quistioni le mille volte discusse, senza ricevere una soluzione che ponesse fine ad ulteriori dibattimenti. — Ma il nostro popolo ha risoluto il quesito col fatto della sua scelta. Il popolo schiavo ha voluto essere libero ed indipendente a qualsiasi costo; ed ha realizzato diffatti questo suo ardentissimo desiderio. Oggi non si tratta di decidere se a lui convenga di acquistare la libertà, o se sia meglio per lui di rimanere qual era nel medio evo. — Trattasi d’imparare a far buon uso dell’acquistata libertà; di preparare la vegnente generazione al pieno godimento di quei beni che i padri suoi non seppero che imperfettamente sviluppare. Trattasi di riunire, di fondere tutti gli Italiani in un pensiero concorde di gratitudine pei singolari benefizi ricevuti, e nella invariabile risoluzione di sottoporsi ai maggiori sagrifizi, piuttosto che rinunziare alle conquiste fatte, o che mostrarsene poco degni. Tale essendo la parte che spetta all’attuale e alla futura generazione di Italiani, vorrei mi si dicesse che cosa pensano e quale scopo si prefiggono i parenti che affidano la educazione dei loro figli al clero, ed al clero regolare in particolar modo, cioè al nemico delle nostre istituzioni, a quello che vorrebbe ricondurne indietro sino alla servitù materiale ed intelettuale del medio evo, e che ha missione dal suo capo spirituale e temporale, da quel capo riverito e temuto, a cui nessun membro del clero cattolico può sottrarre la menoma parte di sè stesso, ha missione, dico, di non transigere mai coll’attuale ordine di cose in Italia, ma di creargli quanti ostacoli e quanti nemici può. — Molti sono i padri che così pensano e che così parlano del clero; eppure non pochi fra questi affidano i figli loro ai