Pagina:Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia.djvu/93

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Il primo di questi due ostacoli, è certamente il più grave e il più difficile a superarsi; potendo il secondo considerarsi come conseguenza del primo.

Ma per trovare la via di vincere questi ostacoli è primieramente necessario di studiarne attentamente la natura, il carattere, la potenza e l’azione sull’indole e sui costumi delle popolazioni italiane. Abbiamo veduto come la secolare oppressione, sotto cui visse l’Italia sino al 59, ne ha spogliati della energica operosità, che è forse la prima delle condizioni indispensabili alla vita di una nazione, ed è propriamente ciò che corrisponde alla forza vitale dell’individuo. Ma questo difetto di vitalità si strascina dietro di sè una deplorabile sequela d’infiniti danni. Il despotismo ha fra gli altri effetti quello di offuscare e di traviare il sano giudizio delle sue vittime. I fatti e gli avvenimenti non portano più con essi le naturali loro conseguenze, che sono altri fatti ed altri avvenimenti. L’uomo ignorante non aspetta di veder succedersi i futuri eventi, a seconda della tendenza degli eventi anteriori. Le nozioni di causa e di effetto si confondono nella mente di lui, poichè a sconvolgere il corso regolare delle cose, sempre interviene la capricciosa volontà del despota, che di nulla tien conto, fuorchè della soddisfazione delle private sue mire. Un uomo tenta una pazza speculazione, e la tenta senza possedere alcuni di quei mezzi che potrebbero renderla meno rovinosa; ed il pubblico argomenta accuratamente che una terribile catastrofe sta per piombare sul temerario speculatore. Ma questi gode la protezione di qualche oscuro membro della casa del padrone; il quale conosce le vie ingannevoli e tenebrose che conducono all’orecchio di quello, e se ne vale in favore del pericolante amico. — Ed ecco che all’ultima ora, quando il precipizio si apre sotto i piedi dell’imprudente, quando la sua caduta è certa, la mano onnipotente del despota lo afferra, lo solleva, e lo depone sovra un solido terreno; e di ciò non contento, impedisce talvolta a' suoi creditori di costringerlo al rimborso del danaro che loro è dovuto. Il principale insegnamento che i popoli traggono da tali fatti è questo: che il favore del principe è la sola ancora di salvezza su cui è ragionevole di affidarsi. La quotidiana esperienza nulla insegna oltre ciò. La imprudenza non è più una sorgente di disastri, la sapienza, l’avvedutezza, la moderazione, la precisione delle vedute, la fecondità degli spedienti, la puntua-