Pagina:Otello - La tempesta - Arminio e Dorotea, Maffei, 1869.djvu/266

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252 la tempesta.

Far suddita sommessa alla corona
Di quel prence la sua, vassallo in somma
Il mio libero stato!... A qual vergogna,
Sciagurata Milan, ti sottopose!

                       miranda.
Bontà del cielo!

                       prospero.
                                 Or sèntine i convegni,
E quanto ne seguì: poi di’ se quegli
M’era fratel.

                       miranda.
                                Saria non lieve colpa
Sospettar di tua madre. Un tristo frutto
Da buona pianta germogliò.

                       prospero.
                                             Ne senti
Dunque i convegni. Il re che m’era avverso,
Per antico livor, con lieto volto
Annuì del fratello alla proposta,
E fu: che per l’omaggio e pel tributo
(Non so di qual gravezza) il re dovesse
Cacciar me dal ducato e tutti i miei;
Poi la bella Milano ed ogni onore
Signoril conferirgli. Al reo disegno
Fu raccolto un drappel di gentil armate,
A cui, come fu giunta a mezzo il corso
La notte che fissar, tuo zio dischiuse
La porta di Milano, e que’ ministri
Del suo misfatto, nel terror del bujo