Pagina:Otello - La tempesta - Arminio e Dorotea, Maffei, 1869.djvu/289

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atto primo. - sc.iv. 275

Tanto a’ miei panni!

                       miranda.
                          Oh grazia, grazia! Io t’entro
Per lui mallevadrice.

                       prospero.
                                          Un detto solo
Che io t’oda ancora proferir, potrebbe
Farti segno al mio biasmo e all’odio forse.
Come? difendi un traditor.... Silenzio,
Dico!... Ma pensi tu che di tai forme
L’unico ei sia perchè lui solo, e solo
Calibano vedesti? O crëatura
Stolta! Non è costui, nella sua specie,
Che un Calibano, e gli altri, o la gran parte
Di loro, angeli sono al suo paraggio.

                       miranda.
Solo a questo ch’io veggo il cor mi tira,
Nè d’uomini più belli il mio modesto
Desiderio mi punge.

                       prospero.
                              Orsù, mi segui,
Ed obbedisci!
                     (A Ferdinando.)
                   I tuoi nervi son fiacchi
Come a’ dì della infanzia: ogni vigore
Ti lasciò.

                      ferdinando.
                Vero, ah troppo! Un nodo allaccia
La mia possa vital come in un sogno.
Pure e il fin di mio padre, e la fiaccchezza