Pagina:Otello - La tempesta - Arminio e Dorotea, Maffei, 1869.djvu/324

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310 la tempesta.

                       stefano.
                      (a Trinculo).
Come netto n’uscisti e qui se’ giunto?
Giuralo sul mio fiasco! A cavalluccio
D’una botte io campai gittata in mare
Dalla ciurma; e tel giuro, o buon Trinculo,
Sul fiasco mio, che, tocco appena il lido,
Colla scorza d’un albero mi feci.

                       calibano.
Ed io pure, o Signor, sul fiasco tuo
Giuro che ti sarò fino alla morte
Un suddito fedel, perchè divino
Licor chiude quel fiasco.

                       stefano.
                                       Orsù! racconta,
E giuralo! in qual modo al mar fuggisti.

                       trinculo.
Al mar fuggii nuotando, e ti assicuro
Ch’io nuoto come un’anitra.

                       stefano.
                                            T’accosta
Dunque, e bacia il volume. Anitra al nuoto,
Ed oca alla figura.

                       trinculo.
                              Ancor ne tieni
Del vin?

                       stefano.
               Piena la botte. In riva al mare
Nel cavo d’una roccia ho la cantina.
Ivi ascosi il mio vino. ― E la tua febbre,
Bestia rara, è cessata?